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Come vendere su Shopify è la domanda che tutti si fanno… dopo aver aperto il loro ecommerce! Se vi sembra assurdo, sostituite “vendere su shopify” con “convertire” e vedrete che tutto ha più senso.

Sono tante le domande che i proprietari di ecommerce si pongono, in realtà. Alcune sono specifiche, ad esempio come vendere su shopify senza partita iva, o come vendere prodotti digitali. Altre invece, più generiche, possono interessare tutti gli ecommerce. Ed è proprio di queste ultime che andremo a trattare oggi, offrendovi 5 strategie inedite per massimizzare i ricavi del vostro shop online.

Pronti? Cominciamo!

1) Sfruttare al massimo i bot

Forse non tutti ci fanno caso, ma i clienti decisamente sì. I tempi (e la performance) di risposta del servizio clienti è un aspetto che per gli acquirenti è dirimente quando si tratta di affidarsi a un ecommerce piuttosto che a un altro. Per questo gli imprenditori più smart si sono da tempo dotati di chatbot.

come vendere su shopify

I chatbot automatizzano questa fase essenziale dell’esperienza cliente, rendendola immediatamente responsive – il tempo di risposta medio è 3 secondi – cioè affrontando rapidamente il problema del cliente. Possono rispondere a più problemi contemporaneamente e gestire più clienti contemporaneamente, cosa che non è mai possibile quando il servizio clienti è affidato a una persona fisica.

Inoltre, con i chatbot è possibile dare suggerimenti di up e cross selling, taggare e monitorare l’audience per la segmentazione, automatizzare il processo di vendita e generare leads, gestire gli ordini e ridurre il tasso di abbandono del carrello. Incredibile, no?

Alcuni chatbot si comportano infatti come veri e propri commessi di un negozio fisico: individuano l’esigenza del cliente, propongono prodotti correlati, offrono codici promozionali, li incoraggiano a lasciare i propri dati, e infine gestiscono il processo di checkout. Insomma, un vero e proprio assistente virtuale che migliora sensibilmente l’esperienza di acquisto rendendo il vostro ecommerce decisamente più redditizio.

2) Email marketing in sequenza

Tutti conoscono l’email marketing, ma forse non tutti lo utilizzano nel modo giusto. Quale sarebbe questo modo giusto? Ebbene, si tratta di sequenze automatizzate di messaggi che vengono inviate ai clienti in base ad una determinata segmentazione. Lo scopo è quello di destinare a ciascun segmento un contenuto specifico che si ritiene più adatto allo stage esatto in cui il soggetto si trova. Una mail di benvenuto ai nuovi clienti, ad esempio, ma anche un codice sconto per il cliente affezionato che non fa acquisti da un po’ di tempo.

L’email marketing è uno strumento che si è rivelato estremamente efficace negli ultimi anni, riacquistando popolarità dopo un periodo in cui si riteneva che i clienti preferissero altri canali. Il trucco sta tutto nel segmentare correttamente la platea. Come? Principalmente in base ai loro comportamenti d’acquisto (acquisto / abbandono del carrello / acquisto dello stesso prodotto per la seconda volta, ecc.), ciò che permette di individuarne le esigenze e i tipi di cliente: dai nuovi acquirenti a quelli abituali, dai clienti fedeli a chi si è appena iscritto ed è potenzialmente interessato.

Qualche esempio? Una mail di benvenuto a chi ha appena lasciato i propri dati. Ma anche la mail di ringraziamento a chi ha appena effettuato un acquisto, inserendo anche il codice per il tracking del proprio ordine.

3) Diventate videomaker (o meglio: fate video tutorial)

I video tutorial, grazie soprattutto all’introduzione dei reel, sono la risposta a chi si chiede come vendere su Instagram con shopify, ma non solo. Oggigiorno, infatti, i clienti consumano una grande quantità di video, siano essi di pochi secondi o di qualche minuto (e anche di più). A farla da padrone sono i video brevi, che rientrano nello span di attenzione di 8 secondi. Ma importante è anche il contenuto, che deve allo stesso tempo informare e intrattenere.

Già, ma come?

La regola per produrre un buon video si compone di tre passaggi. Il primo è quello di studiare accuratamente l’aspetto SEO, fondamentale perché il video venga valorizzato. Un altro elemento fondamentale è la scelta del tipo di piattaforma sulla quale si vuole distribuire il proprio video. Predilette sono Instagram, Facebook e Youtube, che combinano un’ampia platea alla possibilità di caricare il video in modo semplice, senza troppi passaggi.

E infine la trascrizione del video. Nulla deve essere lasciato al caso quindi dovrete impegnarvi a realizzare un copione dettagliato, come quando si scrive un film. Assicuratevi infine di inserire tutto ciò che volete dire, e di dare il massimo dell’attenzione al prodotto. Un esempio? Cominciare da un problema comune, e presentare il prodotto come la soluzione. Si tratta di uno schema semplice, che si è rivelato utile anche per chi si è sempre chiesto come vendere prodotti digitali su shopify.

4) Upselling e crosselling sì, ma personalizzati

Diversi studi e l’esperienza personale dei titolari di ecommerce hanno dimostrato che le persone associano un’eccellente esperienza di acquisto a un approccio personalizzato. Si tratta di una scoperta estremamente importante, che ha permesso di modificare in modo sensibilmente più performante le proposte di upselling e crosselling, in base alle pagine prodotti personalizzate.

In poche parole, si tratta di proporre il classico “potrebbe piacerti anche…” ma dedicandogli un’apposita sezione, e ovviamente inserendo una selezione di prodotti più costosi rispetto a quanto già visto dall’utente. O ancora, di offrire prodotti complementari, in questo caso anche più piccoli. Queste proposte dovrebbero seguire e incoraggiare il cliente fino al momento del checkout, dandogli tempo di metabolizzare l’idea di aver bisogno anche di altro.

Un’altra strategia è la vendita proattiva, che tende ad anticipare le esigenze del cliente. Questa si basa principalmente sull’uso di chatbot, a riprova della loro utilità. In sostanza, prima che l’utente abbandoni il sito, gli si invia un messaggio chatbot proponendogli un prodotto, o domandandogli il motivo per cui sta lasciando il vostro ecommerce. In entrambi i casi, ci si è garantiti la possibilità che ci ripensi.

5) Rendere fluido il checkout

Che un checkout macchinoso sia tra le cause di abbandono del carrello e generi sfiducia nei clienti, è una delle regole auree del digital marketing per ecommerce. Più passaggi ci sono, più sarà facile perdere l’attenzione e la fiducia del vostro cliente. Per questo, utilizzare quante più automatizzazioni possibile – come Google Pay, che inserisce tutti i dati al posto del cliente – è sempre una buona idea. Oggi sono molti i processi automatizzati, e che offrono anche soluzioni rateali. Assicuratevi che il vostro ecommerce ne abbia a sufficienza.

E adesso, buone vendite!