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Uno dei trend degli ultimi anni – non più così “ultimi”, in realtà, visto che ormai è da un decennio che gli italiani hanno imparato a conoscere queste realtà – è quello di investire in una start up innovativa. Eh già, perché le start up innovative attirano investitori tradizionali, ma anche piccoli risparmiatori, danno un piccolo “brivido” a chi vuole divertirsi, e costituiscono un investimento quasi del tutto sicuro per chi vuole andarci con i piedi di piombo.

Insomma, per qualcuno sono un gioco, per altri un vero e proprio mercato da prendere estremamente sul serio, e tutti ne sono attratti. Già, ma di cosa stiamo parlando? Quali sono i requisiti delle start up innovative, perché è conveniente investire, e si può farlo a colpo sicuro? In questo articolo abbiamo preparato una breve guida per rispondere a tutte le vostre domande.

E se state cercando più informazioni sugli sgravi fiscali per chi vuole finanziare start up innovative, siete nel posto giusto. Pronti? Cominciamo!

Start up innovative: definizione 

Start up innovative: cosa sono? Cominciamo dalle basi. Per trovare una definizione di start up e pmi innovative abbiamo voluto rivolgerci direttamente al Ministero dello Sviluppo Economico che ci fornisce una spiegazione un po’ abbottonata e istituzionale, ma sicuramente esaustiva, descrivendoci le start up innovative come “imprese giovani ad alto contenuto tecnologico e con forti potenzialità di crescita”. Interessante, eh?

Ma non finisce qui, perché il Ministero ci tiene a chiarire che, proprio per questa ragione, esse rappresentano “uno dei punti chiave della politica industriale italiana”. E non si tratta solo di parole: era il 2012 quando il governo introdusse questa nuova forma di impresa che, per utilizzare la definizione data al grande pubblico, poteva essere costituita con un capitale sociale di solo un euro. 

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Start up innovative: cosa sono?

Start up innovative senza notaio, a basso, bassissimo capitale sociale, e con una serie di misure fiscali pensate appositamente non solo per sostenere questa nuova forma di impresa volta a creare occupazione e generare ricchezza, ma anche per rendere più appetibili i finanziamenti per start up innovative da parte, come abbiamo detto, di investitori istituzionali e piccoli risparmiatori.

Avete notato un fiorire di imprese del sud che offrono prodotti del territorio con un packaging intelligente e una filosofia orientata alla sostenibilità umana e ambientale? Ecco, con ogni probabilità, si tratta di uno dei tanti esempi di start up innovative. E vi sorprenderà saperlo, ma tra i suoi investitori potrebbe annoverare grandi, enormi realtà come Google, ma anche il vostro vicino di casa!

Vantaggi dell’investire nelle nuove imprese

Ma se il capitale sociale può essere anche di un solo euro, gli imprenditori dove trovano i fondi per start up innovative? Ed ecco che entrate in gioco voi! Questi modelli di impresa fanno grande ricorso, oltre che al sostegno dello stato, anche al finanziamento esterno, proponendo le proprie idee all’avanguardia anche a grandi colossi tech. Si tratta di una prassi talmente consolidata che è nata una nuova professione: quella del consulente di idee per start up innovative.

Già, ma perché voi dovreste farlo, e come investire in start up?

Cominciamo dalla prima domanda, ossia perché dovrebbe essere conveniente per voi investire in start up innovative. La risposta è una sola: offrono altissime potenzialità di guadagno. Volendo essere più precisi, si tratta di realtà ad alto tasso di fallimento – si stima che circa il 90% delle start up innovative falliscano, nonostante le agevolazioni statali – e, di conseguenza, anche ad alto tasso di rischio. Il che, nel mondo degli investimenti, significa automaticamente la possibilità di realizzare grandi guadagni. Insomma, se investiste un po’ a caso, avreste il 90% di possibilità di perdere i vostri soldi. Ma anche il 10% di possibilità di avere un ritorno di investimento davvero significativo.

Vale soprattutto per le start up a vocazione sociale, realtà che operano in settori considerati di particolare interesse sociale appunto, come la valorizzazione del territorio, e che per questo godono di un sostegno pubblico ancor più significativo. Certo, se siete alle prime armi nel settore, potreste non essere in grado di distinguere tra una start up innovativa “valida” e una cattiva idea, cosa fare allora?

Come investire in start up innovative

E insomma, come diventare finanziatori di start up innovative? Cominciamo subito col dire che tutti possono farlo. Oltre a rivolgervi a soggetti istituzionali, cioè, potete anche aggregarvi a una piattaforma di crowfounding e partecipare nel modo più semplice possibile (basta inserire il numero della carta di credito). Ciò che è davvero importante, però, è affidarvi a qualcuno che sia in grado di analizzare la o le start up e consigliarvi nel modo migliore, così che il vostro investimento non si riveli un buco nell’acqua.

L’analista verificherà non solo la bontà dell’idea, e il grado di effettività del prodotto (in poche parole: se si tratta di un progetto concreto e realizzabile), ma anche il livello di esperienza, competenza e affiatamento dei fondatori e del gruppo di lavoro, le dimensioni della realtà imprenditoriale e il mercato di riferimento. E, in ultimo, l’esistenza di un bacino di utenti. Quest’ultimo punto, in particolare, ha il pregio di permettere di distinguere tra un progetto serio e un’idea priva di fondamento, in cui alla creatività non si sono affiancati dei seri studi di settore.

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Come investire in start up innovative

Qualche considerazione finale: la convenienza di investire in start up

Vi abbiamo promesso che avremmo parlato di detrazioni fiscali, ed eccoci qui: l’investitore può arrivare ad ottenere una detrazione di imposta fino al 30%. Niente male, no? E allora, ripercorriamo brevemente come potete fare. Anzitutto, affidandovi a un investitore istituzionale. La vostra banca, ad esempio. Se invece siete a vostra volta imprenditori, potete diventare “business angels” e sostenere direttamente la start up da soli o con un gruppo di investitori.

Ma non solo, perché, come vi abbiamo detto, ci sono le piattaforme di crowfounding, vere e proprie raccolte fondi collettive in cui si riceve in cambio una piccola quota di partecipazione (attenzione: ci sono anche start up che, in cambio dell’investimento, inviano il proprio prodotto, quindi occhio a informarvi bene prima di procedere.)

E adesso? Non vi resta che trovare un buon esperto e farvi consigliare sul vostro prossimo investimento!

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