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Chi siamo, da dove veniamo, qual è il senso della vita? Ma soprattutto: qual è il futuro dell’ecommerce? È questa la vera domanda, dopo aver assistito a una crescita straordinaria di questo nuovo strumento. Una crescita eccitante, ma anche spaventosa: ogni anno ci sono cambiamenti e nuove sfide per il nostro business, e bisogna essere in grado di coglierli in fretta.

Indipendentemente dagli alti e bassi incontrati nell’ultimo anno, il mercato dell’ecommerce sta vivendo il suo periodo di massima espansione. E siccome stiamo andando incontro a un nuovo anno, per non farci cogliere impreparati è bene conoscere con un certo anticipo i trend a cui andiamo incontro. Ecco perché abbiamo deciso di proporti questo articolo con i dieci trend internazionali che avranno un seguito nel 2020.

Penseremo sempre più global

La stima è che gli ecommerce che vendono su scala globale registreranno introiti per quasi 5 trilioni di dollari entro il 2021. Questo modello di business ha visto una crescita del 265% dal 2014, non si può proprio parlare di un trend momentaneo: è decisamente una tendenza ormai consolidata e che non accenna a fermarsi. E l’aspetto più interessante è che le vendite online hanno cannibalizzato le vendite dei negozi fisici delle stesse aziende, tanto che ci si aspetta che per il 2021 l’online costituirà il 17% dei profitti totali. 

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Questo significa più opportunità di crescita per il futuro, un trend che i negozi fisici dovrebbero assolutamente capitalizzare dotandosi di infrastrutture come Shopify che consentano di estendere il business anche online.

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Sempre più canali di vendita

Si tratta di un trend in linea con il precedente: i consumatori si aspettano di poter fare acquisti su più canali, dal negozio fisico alla sua versione digitale, fino alle app per mobile. I consumatori che utilizzano diversi canali sono ormai il 73%, un dato importante per le imprese che, comprendendo come fanno acquisti i loro clienti, possono modificare di conseguenza le loro scelte di marketing.

Semplificando: lo shopping multicanale consente di capire meglio le ragioni sottese a una scelta d’acquisto, perché offre un gran numero di dati su cui lavorare per orientare le decisioni di marketing. Qualche esempio di come funziona? Il cliente può cercare un articolo sull’app e poi comprarlo in negozio. Questo rende l’app uno strumento per aumentare l’order value. O ancora: il cliente che si reca in negozio dopo aver visitato il sito, passa in media il 9% di tempo in più nello store fisico rispetto al resto della clientela, solo per confrontare dal vivo tutto ciò che ha visto. 

Conoscendo in anticipo questi dati, sarà possibile realizzare delle specifiche tecniche, sia per il brand che per i singoli prodotti, ottimizzate per questo tipo di esperienza d’acquisto, promuovendo meglio i prodotti e ottimizzando il budget. Materialmente: questa tendenza può essere assecondata con il click and collect, che permette di acquistare online e ritirare in store bypassando i tempi di spedizione. 

Il Social Shopping è sulla cresta dell’onda

I social media sono stati una sfida. Vinta con successo e con un incredibile margine di guadagno. Anche grazie agli stessi social, che si sono impegnati nello sviluppo di tools per l’ecommerce, queste piattaforme sono diventate molto più che semplici canali per l’advertising. I clienti possono ora trovare rapidamente i prodotti e acquistarli direttamente, anche tramite post appositi cliccando sui quali si viene reindirizzati all’app, al sito, o semplicemente alla pagina d’acquisto del social network stesso. Questo trend riduce drasticamente il tempo e gli sforzi investiti nell’acquisto, rendendo di fatto i social molto più produttivi.

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Lo spostamento ad est

Siamo abituati a considerare gli Stati Uniti come l’unico e vero gigante dell’ecommerce, in grado di soddisfare il fabbisogno mondiale e dettare la linea in fatto di marketing. In parte è ancora così: la proiezione di crescita per il 2020 è del 16,9%, una stima di tutto rispetto, che però non è paragonabile alla crescita del passato. 

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Una delle ragioni di questa decrescita sta nella globalizzazione, che ha dato una spinta notevole alla crescita tecnologica e infrastrutturale delle regioni non occidentali. Questo implica anche che il mondo del business si vede costretto ad adottare soluzioni di marketing fondate su un approccio realmente globale, non più “occidentecentrico”, se vuole davvero essere certo della sua accessibilità globale. Naturalmente realizzare un modello di business globale non significa essere necessariamente presenti sul posto, sarà necessario però stringere delle partnership con imprese locali affidabili, che possano rappresentare i brand all’estero in modo efficace.

La migrazione dei consumatori

Questo dato è davvero interessante e inaspettato: ben il 57% dei consumatori, a dispetto dei tempi di spedizione, si rivolge a retailer che non si trovano nel loro paese. Una migrazione che interessa tutti, da USA e UE ad Asia e Africa. Ovviamente anche questo dato si riconnette a quanto detto in punto di globalizzazione del mercato, ed è utile per veicolare gli investimenti su infrastrutture che consentano di adattarsi più efficacemente ai nuovi mercati di riferimento.

La crescita del B2B

Siamo abituati a leggere l’ecommerce come limitato al B2C, ma anche in questo senso le cose stanno cambiando. Non sono più solo i consumatori a fare acquisti online: l’industria dell’ecommerce B2B, complice anche l’ampliamento delle categorie merceologiche, che oggi comprendono gli stessi servizi digitali, sta registrando un vero e proprio boom, e ci si aspetta un fatturato di 1,184 trilioni di dollari per il solo mercato statunitense entro il 2021.

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Come sfruttare questo dato? Anche in questo caso investendo su infrastrutture che rendano più agevole l’esperienza d’acquisto. Il commercio B2B, per sua natura, presenta maggiori complicazioni rispetto allo shopping B2C, maggiori interazioni, negoziazioni, approvazioni o meno che possono decretare il successo di un prodotto. Questo significa introdurre strumenti che rendano tutte le transazioni più spedite, e che siano pensate per essere funzionali a tutte le fasi di questo particolare settore del commercio.

Un ecommerce sempre più personalizzato

Si può dire che la personalizzazione, sia dell’esperienza d’acquisto che degli stessi prodotti, sia ormai diventata un modello standard nello shopping online. Eppure, a quanto pare c’è ancora un margine di miglioramento. Non possiamo più parlare semplicemente di un trend, ma di qualcosa che i clienti si aspettano, come un srvizio di base. Il 33% dei clienti nell’ultimo anno ha chiuso i rapporti con un brand perché non offriva (o offriva insufficienti) opzioni di personalizzazione.

Inoltre, la personalizzazione si è a sua volta evoluta in una sofisticata strategia di marketing che coinvolge anche le newsletter, o la tendenza a chiamare il cliente per nome. In poche parole, si tratta di un’esperienza dinamica e a tutto tondo, finalizzata a rendere unica ogni esperienza d’acquisto. Ovviamente tutto ciò sarebbe impossibile se non esistesse un gran numero di dati da analizzare per targhettizzare il cliente in modo sufficientemente specifico.

Tra le opzioni di personalizzazione più furbe: raccomandazioni d’acquisto ad hoc, prodotti correlati, prodotti in evidenza basati sullo storico del cliente, prodotti cui potrebbero essere interessati in base agli acquisti precedenti.

La rivoluzione è mobile

L’acquisto via app, e in generale via smartphone e tablet, tende ad ampliare e ridefinire costantemente i contorni dell’ecommerce shopping. Si tratta di un mercato già maturo, con un traffico che ha raggiunto il 70% di quello globale, e che nonostante ciò è in continua evoluzione. Da un lato, infatti, risponde all’esigenza del cliente di fare acquisti senza necessariamente dover essere davanti al computer. Dall’altro, le transazioni sono sempre più sicure e questo aumenta la fiducia dei consumatori. 

È facile comprendere il significato di questo dato: sarà sempre più importante investire in tecnologie user friendly, specie per quanto riguarda il check out. Ma anche puntare sulla velocità e, quindi, sulle app. Queste sono lo strumento con il maggior potenziale, perché veicolano ormai il 54% del traffico. Naturalmente parliamo di app con una ASO, cioè un range di visibilità, molto elevato, quindi anche chi ha già una sua app dovrà prestare attenzione a che si tratti di uno strumento realmente performante, in grado ad esempio di inviare notifiche push per promozioni ed engagement, ma soprattutto per stimolare i clienti che risultano inattivi da un certo periodo di tempo.

Il nuovo orizzonte: il voice commerce

Un trend davvero recente nel settore ecommerce è l’uso della voce, o meglio: di strumenti per il riconoscimento vocale. Ce ne siamo accorti con l’introduzione di devices come Amazon Echo, Alexa o Google Home, dispositivi con i quali i clienti sono ormai abituati a interagire. Il potenziale del voice commerce è ancora quasi inesplorato, anche se le previsioni parlano di 40 milioni di dollari in vendite per il solo mercato statunitense.

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Per questo motivo anche altre aziende, come Samsung, stanno investendo in queste nuove tecnologie, mentre i portafogli digitali come Paypal stanno pensando a come integrare il riconoscimento vocale nelle transazioni. Questo risponde anche a una domanda degli stessi consumatori, la maggior parte dei quali si aspetta di poter fare acquisti vocali ovunque già nel 2030.

L’ascesa della cripto valuta

Questo dato va analizzato insieme al precedente: i consumatori si aspettano di poter fare transazioni sicure utilizzando solo la voce, ma non danno per scontato che ciò sarà possibile con la sola carta di credito. Molti, al contrario, vedono nelle cripto valute il futuro dell’ecommerce. La moneta digitale, infatti, oltre a non risentire delle fluttuazioni del mercato, offre standard di sicurezza più alti rispetto alla protezione dagli hacker, tanto che molte realtà sia del pubblico che del privato stanno testando l’utilizzo dei suoi canali anche per la conservazione e trasmissione di dati sensibili. Anche in questo caso, investire nella sperimentazione è una buona idea per non farsi trovare impreparati quando le cripto valute assumeranno una posizione più centrale nel mondo dell’ecommerce.

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